Tra i mesi di settembre-ottobre 1997 e marzo 1998 delle forti scosse di terremoto, alcune delle quali con magnitudo 6.0 e un'intensità massima del IX grado della scala Mercalli,  colpirono duramente Umbria e Marche, causando 11 morti e oltre 80°000 case danneggiate. Anche la Regione Veneto, attraverso la Direzione Regionale Protezione Civile, si mobilitò immediatamente per contribuire all’opera dei soccorsi.

Nelle prime fasi l’intervento regionale si realizzò tramite l'invio di:

 

  • tecnici regionali per le verifiche statiche di edifici ed infrastrutture
  • 200 volontari di protezione civile A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini), coordinati a livello Triveneto per la gestione dei campi di accoglienza e per il controllo-prevenzione dei centri abitati da atti vandalici
  • 36 volontari appartenenti ad Associazioni di Protezione Civile per interventi di protezione e recupero dei beni culturali

 

Il Comitato Volontario Protezione Civile di Montecchio Maggiore fu impegnato nell'ambito di quest'ultima iniziativa sin dalle prime ore dopo il sisma, inviando 2 squadre presso il COM di Assisi rispettivamente alle ore 04:00 e 07:00 del giorno successivo al sisma. 

 

I volontari castellani furono destinati all'organizzazione logistica del campo (Santa Maria degli Angeli – Assisi), al coordinamento delle attività inerenti, come il montaggio di tende e traino roulottes , e alla disinfezione di treni dormitorio, roulottes, tendopoli e cimiteri. Quest'ultima attività, coordinata dal Dipartimento Prevenzione dell’U.L.S. di Foligno, venne svolta unicamente dai nostri volontari in tutto il territorio Umbro colpito dal sisma in quanto gli unici ad avere le dotazioni necessarie ma soprattutto l’esperienza per operare in tale settore.

 

Contestualmente alle altre attività, dal 11 Novembre 1997, le esperienze e le situazioni vissute suggerirono l’avvio di una seconda fase di soccorso denominata «S.O.S. Umbria» - Insieme oltre l’emergenza  volta ad aiutare nuclei famigliari dediti ad agricoltura e allevamento e quindi impossibilitati ad allontanarsi dalle proprio abitazioni. Da qui la necessità di acquistare , trasportare ed installare dei moduli abitativi prefabbricati (M.A.P.) in prossimità delle aziende agricole consentendo così condizioni di vita sopportabili ed il proseguo delle attività lavorative.


L’iniziativa vide coinvolti  la Direzione Regionale Protezione Civile del Veneto, il Com.Vol.PROCIV Montecchio Maggiore, il Com.Vol.PROCIV Valle dell’Agno e la Sezione A.N.A. di Valdagno. Furono effettuate una serie di ricognizioni al fine di definire priorità, fattibilità tecnica e contatti con amministratori e tecnici dei Comuni di Foligno, Spello, Sellano, Valtopina. Contestualmente alla fase operativa, le Associazioni coinvolte avviarono la raccolta dei fondi necessari a realizzare l’iniziativa; furono sensibilizzate tutte le forze sociali, politiche e religiose, le associazioni di categoria e il  volontariato, e tra il 1997 e 1998 si raccolsero 133.381.206£. L’iniziativa venne condivisa anche dal Comune e dalla Pro Loco di Quinto Vicentino, dalla Forall-Pal Zileri, dalla Federazione Provinciale Coldiretti  e dalla Cantina Sociale dei Colli Vicentini, che acquistarono un M.A.P. ciascuno.

Durante la permanenza nelle aree terremotate i nostri volontari entrarono in contatto con una famiglia, residente a Nocera Umbra, con un familiare disabile. L'associazione si attivò per allestire un M.A.P. con caratteristiche speciali che, grazie all’integrazione di un contributo regionale,riuscimmo mettere in opera prima di Natale. Complessivamente , l’iniziativa “S.O.S. Umbria” - Insieme oltre l’emergenza ci permise di posizionare 9 M.A.P. e 2 Case Mobili Regionali.

E oggi, dopo venti anni? I moduli abitativi prefabbricati di emergenza, acquistati nel 1997, sono stati più volte impiegati in caso di emergenza, e sono tutt'oggi mantenuti funzionanti e costantemente revisionati/aggiornati dai nostri soci. In questo momento 5 M.A.P. della nostra associazione, tra cui quello speciale allestito per alloggiare diversamente abili, sono impiegati tra gli abitati di Amatrice e Muccia dopo l'ultimo terremoto (nella foto: la posa di uno dei MAP presso Amatrice nel Gennaio 2017)

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